Cartelle esattoriali
- Nettuno Consulting

- 4 feb 2021
- Tempo di lettura: 3 min
La prescrizione
Avv. Mattia Pecchini (Nettuno Consulting - #professionisti)

La prescrizione
a) Premessa
Quando parliamo di prescrizione della cartella esattoriale, facciamo riferimento ad un termine decorso il quale la cartella di pagamento può considerarsi non più esigibile.
Pertanto, la prima cosa da controllare nell’ipotesi in cui si riceva la notifica di un atto col quale il fisco esige il pagamento, è verificare quanto tempo sia passato dalla notifica della relativa cartella.
b) I termini di prescrizione e l’interruzione della prescrizione
Tuttavia, individuare il termine di prescrizione di una cartella di pagamento non è così scontato, visto che gli stessi possono mutare a seconda del tributo che il fisco intende esigere.
Infatti, i termini di prescrizione di una cartella esattoriale di Agenzia delle Entrate Riscossione possono variare da 10 anni a 3 anni.
Nel computo di tali termini, peraltro, va tenuto conto del fatto che vi sono degli atti amministrativi con i quali è possibile interrompere il termine di prescrizione.
Nel caso dell’Agenzia Entrate Riscossione, gli atti tipici per interrompere la prescrizione dei propri crediti sono:
la cartella di pagamento;
l’intimazione di pagamento;
il preavviso di fermo;
il preavviso di ipoteca;
un qualsiasi atto di pignoramento.
Ciò significa che, ogni volta che il contribuente riceve la notifica di uno di tali atti, la prescrizione si interrompe: il termine, quindi, si “azzera” e ricomincia a decorrere da capo, a partire dal giorno successivo.
c) I tributi erariali. Le pronunce della giurisprudenza
Ci occupiamo nello specifico della prescrizione delle cartelle di pagamento aventi ad oggetto la riscossione di tributi erariali (come ad esempio IVA, IRPEF etc.)
Infatti, in relazione alla riscossione di tale tributo, negli ultimi anni si è sviluppato un acceso dibattito tra coloro che ritengono l’applicazione del cosiddetto termine breve di prescrizione -ossia 5 anni- e quelli che, al contrario, ritengono applicabile la prescrizione ordinaria di 10 anni.
Tale dibattito viene anche alimentato da pronunce della giurisprudenza a volte discordanti.
Infatti, numerose sono le sentenze delle corti di merito che hanno dichiarato la prescrizione quinquennale dei tributi erariali, ai sensi dell’art. 2948 c.c., il quale sottopone alla prescrizione di 5 anni “tutto ciò che deve pagarsi periodicamente ad anno o in termini più brevi”.
In tali casi, le Commissioni Tributarie hanno affermato che le obbligazioni tributarie hanno fisiologicamente insita la caratteristica della periodicità di cui all’art. 2948 n. 4 c.c. e, pertanto, devono essere ricondotte alla prescrizione quinquennale.
Tuttavia, tale orientamento non ha trovato spazio nelle pronunce della Corte di Cassazione la quale, recentemente, in materia di tributo IRPEF, ha ribadito l’applicazione del termine di prescrizione decennale in considerazione del fatto che la prestazione tributaria, stante l'autonomia dei singoli periodi d'imposta e delle relative obbligazioni, non può considerarsi una prestazione periodica, derivando il debito, anno per anno, da una nuova ed autonoma vantazione in ordine alla sussistenza dei presupposti impositivi (Corte di Cassazione, ordinanza n. 16232 del 19/07/2020).
d) I rimedi avverso la notifica della cartella prescritta
La prescrizione dovrebbe operare automaticamente; ciò significa che la posizione, trascorso il termine di prescrizione, dovrebbe definirsi senza che il contribuente debba porre in essere alcun atto.
E’ possibile che, nonostante si sia perfezionata la prescrizione, l’ente incaricato della riscossione notifichi ugualmente un atto col quale esige il pagamento. In tali casi, il contribuente dovrà impugnare tale atto entro 60 giorni davanti al giudice competente, facendo valere l’illegittimità della cartella. Decorso tale termine senza aver azionato il ricorso, la prescrizione non potrà più esser fatta valere.
e) Conclusioni
In conclusione, in caso di notifica di una cartella esattoriale o di altro atto col quale l'ente di riscossione esige un pagamento, è fondamentale verificare se vi siano motivi di impugnazione. Tra questi, va verificato l’eventuale decorso del termine di prescrizione che, come abbiamo visto, renderebbe la cartella illegittima.
Nettuno Consulting, con i suoi professionisti in campo legale, può fornire assistenza a 360° e darti la necessaria consulenza nel valutare come impugnare una cartella di pagamento.
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